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I fondatori di Ars Automation

I primi passi nel mondo dell’automazione

Nel 1983, Marco Mazzini è un giovane ingegnere meccanico, che pensa a come mettersi al servizio di un mondo che si trova nello spartiacque del tempo, in salvo dalla recessione e in corsa verso una nuova era dell’economia mondiale. Sono i primi anni della globalizzazione, il settore privato è sempre più importante, grazie anche all’adozione più diffusa di politiche neoliberiste in molti paesi, la robotica muove i suoi primi passi, trovando applicazione nel settore automotive, dei semiconduttori e dell’elettronica legata alla telefonia e riservando i suoi vantaggi alle produzioni di larga scala. 

Una visione strategica sul futuro

In una realtà fatta di ingranaggi che si muovono, le macchine esistono e funzionano nei grandi capannoni produttivi di alcune imprese americane, giapponesi, israeliane, grazie a scelte ingegneristiche, decisioni imprenditoriali e coraggio. Lo sguardo di chi ha sete di futuro osserva, si incuriosisce e, con moto esplorativo, si muove dal presente. Volgersi altrove, cercare guide e cercare il nuovo, ma anche appartenere e risuonare con la mente di qualcuno che, come chi guarda, ha già intuito quel qualcosa, prima di altri, è un movimento naturale. 

È con questo spirito che Marco Mazzini accetta la proposta di ADEPT Inc. , che arriva da Sunnyvale, in California, dove un gruppo di ingegneri provenienti da Intel, Hewlett-Packard e Xerox, lavorano a sistemi di robotica per applicazioni industriali e commerciali. Tra di loro anche Joseph Engelberger, imprenditore americano e fondatore di Unimation, l’azienda famosa per avere prodotto il primo robot industriale. Per Marco Mazzini, il periodo ADEPT è una collaborazione entusiasmante di quasi 20 anni ed è fatta di impegno e di quel prezioso senso di trovarsi proprio dove è bene stare.  

Sono questi gli anni in cui affiorano alla mente e sempre più nitidamente, grazie all’esperienza diretta, alla progettazione e osservazione di svariate soluzioni robotiche in giro per il mondo, parole di nicchia come ‘automazione’ e parole ancora più solitarie ma molto ispiranti, come flessibilità. Se i robot compiono azioni automatiche, perché la loro alimentazione è meccanica? La domanda non smette di fare capolino nella testa del fondatore di ARS, dapprima all’interno di ADEPT e poi in ARS stessa, che nasce nel 1987, inizialmente come filiale italiana dell’impresa robotica americana, e che nel 2002 è a tutti gli effetti il distributore esclusivo in Europa centrale e mediterranea, per tutta la Silicon Valley.  

L’automazione flessibile e la nascita di FlexiBowl®

 

FlexiTrackAltre parole si accostano a quelle di automazione flessibile e impongono ascolto, cercando di farsi spazio in ARS: parole come semplificazione, per intendere un’idea embrionale, non subito chiara, che diventa visibile e capace di illuminare segnale dopo segnale, la strada verso una tecnologia che non ha la pretesa di dare risposta a tutte le problematiche ma che può e vuole essere una risposta importante, per molti. Semplificare e rendere sempre più fruibile, diventano le parole di guida. Gli obiettivi riguardano il creare soluzioni sempre più vantaggiose, condurre a costi inferiori, permettere l’adattabilità a svariate soluzioni industriali, senza bisogno di complicati riattrezzaggi, abilitare chi sceglie ARS a prestazioni e maggiore capacità e qualità produttiva, slegare per le imprese l’opportunità di avanzare in processo e tecnologia dalla sostenibilità economica dell’investimento. FlexiBowl® nasce nel 2009, il suo brevetto è di appena due anni dopo, ed è da lì che parte il suo cammino: quello dell’essere scelto, da sempre più manager di processo e management di produzione, per le catene produttive automatizzate, di tantissime imprese, in tutto il mondo.  

L’Impatto e la Crescita di ARS

Andrea Mazzini non ha mai avuto dubbi sul fare Ingegneria, semmai il difficile è stato l’accostare la parola gestionale, subito dopo. Nel 2009 comincia a studiare al Politecnico di Milano e ancora una volta, un Mazzini, decide di mettere in discussione il presente in meccanica, e guardarsi intorno, alla ricerca del nuovo. Il nuovo questa volta si trova in chi accenna a un certo corso di studi, e pur non apprezzandone ancora il prodotto (di ingegneri gestionali in giro non ce ne era alcuno) la sensazione è buona. Come 30 anni prima, è stato il senso di appartenenza sentito, all’interno di uno spazio abitato da pionieri, a confermare la bontà della scelta. Il sapere quanto siano importanti tempo e tempismo, quando si vuole portare un contributo alla realtà, fa il resto e imprime forza all’immagine che si stava formando nella mente di questo giovane studente, oggi Managing Director di ARS. 

ARS accoglie Andrea nel 2015 e Andrea ricambia portando non solo le preziose competenze gestionali ma soprattutto l’atteggiamento di chi ha imparato a usare logica, analisi e sistemi, unito all’entusiasmo di chi ha tra le mani un prodotto che sembra proprio avere tante carte in regola. Le sue prime attività in ARS riguardano la qualità, a cui approcciarsi attraverso l’efficienza, la ricerca di ogni miglioria possibile. Le azioni sono infatti dirette dalla volontà di raggiungere l’obiettivo ambizioso, da cui non distogliere mai lo sguardo, di portare ARS, nella testa di ogni capo meccanico, responsabile di produzione, tecnico, persona esperta di integrazione, più in generale di portare ARS e il FlexiBowl® a essere la scelta ottimale in ambito di alimentazione di sistemi robotici, di ogni enabler della transizione tecnolgica delle imprese. Una transizione che, al contrario di quanto si possa pensare, non è affatto banale, rapida, o tantomeno certa, perché ha a che fare con costi di conversione, investimenti, coraggio, competenze presenti da adeguare o sempre più introvabili, contesto, anche normativo, in cui si opera, e mercato.  

Con Marco e Andrea in ARS è quindi il momento della concentrazione che si traduce nella scelta di focalizzarsi sull’alimentazione flessibile per soluzioni automatizzate, nel non disperdere in altri progetti le energie, distogliendo quindi l’impegno da prodotti pur promettenti come le soluzioni Xray, da rami di organizzazione concentrati nella distribuzione di prodotti di terzi, ma anche da spazi di mercato conquistato, come ad esempio quello nelle soluzioni per il packaging. Se a qualcuno può sembrare banale fare delle scelte, è opportuno ricordare quanto coraggio, ancora una volta, possa servire, per convincere un gruppo a specializzarsi, soprattutto quando il gruppo in questione ha speso tanta energia per creare parte di ciò da cui occorre ora spostare l’attenzione.  

Non solo un’azienda: ma un team affiatato 

La storia di ARS è però fatta di permeabilità, e ciò aiuta, come che l’impresa sia davvero un organismo con membrane forti, ma allo stesso tempo capaci di accogliere gli impulsi utili allo sviluppo successivo. La contaminazione è un fattore competitivo, sia quando proviene da input esterni, da luoghi lontani e realtà diverse, sia quando proviene da chi è già parte di un gruppo e porta ciò che sa. Con Andrea, questo fattore distintivo di ARS, ha permesso di assorbire la visione della specializzazione e della qualità, e ha consentito il trasformarsi, per ARS, nel partner affidabile e ancillare di ogni impresa che decide di traghettare la propria produzione all’automazione flessibile e ai suoi importanti vantaggi. Ma non solo.  

Fabiano oggi è a capo dell’unità di progettazione tecnica e lavora in ARS da 12 anni, perché a suo dire, qui non è mai stato possibile provare la noia del fare qualcosa di poco sensato. Al contrario, è stato possibile vivere quella libertà del contribuire a un progetto formulato da uno, ma che diventa giorno dopo giorno davvero di tutti coloro che ne fanno parte. Sono passati 12 anni dal giorno del suo arrivo, perché la soddisfazione che si prova, nel trovare soluzione all’esigenza di qualcuno, attraverso uno strumento potentissimo come la robotica, non è facile da spiegare. E perché tutto ciò gli è stato possibile partendo da un territorio a lui vicino, e portandolo al fare esperienze grandiose anche molto lontane. 

La permeabilità ha reso possibile a persone dedite come Sara, a guida del team amministrativo dell’impresa, di portare idee e consigli, di partecipare anche oltre il suo ruolo, sentendosi di poter contribuire anche con altro e di più rispetto a ciò che tradizionalmente è richiesto a una funzione di responsabilità amministrativa: ovvero il complesso compito di gestire tutta la macchina di adempimenti e burocrazie, con una tale organizzazione mentale, da permettere a tutti gli altri di non percepire alcun tipo di intoppo. 

Della storia di ARS è stata importante anche la capacità di creare legame, di unire i puntini e fare squadra. Daniele, oggi a guida della produzione di ARS- Automation – Feeding Industrial Robotics, parla dei suoi rapporti con i clienti, con i colleghi, e della soddisfazione di quando gli capita di percepire il completo gradimento del mercato, verso il prodotto preparato, un prodotto che lui ricorda, è la sintesi dell’impegno di un gruppo di persone che cercano di distinguersi per precisione, affidabilità e qualità, in ciò che fanno. Daniele è una persona, anche a detta dei suoi colleghi, che appena vede una macchina, sente il bisogno di smontarla in pezzi, per capirne il funzionamento, e infatti non stupisce che sia proprio lui a testimoniare l’importanza delle relazioni fra ogni cosa, così come fra ogni persona che lavora insieme.  

Guardando in opera il Fexibowl di oggi, possiamo scorgere le idee che hanno attraversato Marco, Andrea, Sara, Fabiano e Daniele e gli altri pionieri e pioniere, che hanno deciso di dedicare il proprio impegno professionale a questo progetto. La brillantezza della scocca ricorda la luminosità dell’idea, le capacità di cura degli oggetti ospitati sul piatto vibrante, parla di un atteggiamento sicuro e determinato, ma gentile e cauto. L’impeccabile precisione e accuratezza del sistema di visione ricorda la puntuale e approfondita conoscenza dei meccanismi e delle esigenze del settore, data sia dalla innata curiosità di chi opera ma soprattutto dall’esperienza, che solo l’esserci stati fin da subito può garantire. Il prodotto, il servizio e la capacità di supporto che ARS oggi è in grado di offrire, a un pubblico sempre più interessato, raccontano del lavoro di tutti questi anni, della capacità di immaginare come applicare la tecnologia e raccontano dello sforzo, affatto banale, di portare alla luce del mercato e alla scelta di molti esperti, qualcosa che prima non c’era: l’alimentazione dei robot, automatizzata e flessibile, accessibile, e raccolta in una forma circolare.